«Se potessero farlo, le donne che appaiono penalizzate e prive di risorse spezzerebbero davvero le loro catene e sarebbero disposte a spiccare il volo? (…) Il mio scetticismo nasce proprio dall’esperienza. Mi capita, infatti, di incontrare molte donne che, avendo un sacro terrore dell’ignoto, oltre che scarsa fiducia nelle loro potenzialità e nel loro spirito di iniziativa, si trincerano dietro presunti ostacoli e vincoli di ogni genere per non prendere atto di paure e resistenze che agiscono nel profondo dell’animo umano .»
I. Castoldi ne “Donne al bivio
Spessissimo capita, soprattutto a noi donne, di sottostimare i nostri successi. Un bel voto ad un esame, un avanzamento di carriera o il raggiungimento di un obiettivo importante spesso vengono considerate un “colpo di fortuna” o comunque delle cose che, se ottenute, non dipendono dalla persona stessa. Una frase che potrebbe racchiudere questo tipo di mindset è “Non sono così brava come gli altri pensano”, infatti il nucleo fondamentale è la paura di essere smascherati poiché non si riconoscono le proprie qualità.
Se questo modo di affrontare la vita è preponderante ed estremamente presente in ogni area di vita si parla di “Sindrome dell’impostore”.
LA SINDROME DELL’IMPOSTORE
Ciò che sembrerebbe essere alla base della sindrome dell’impostore è il grande divario fra ciò che chiamiamo “Io ideale” e “Io reale”.
Se il primo rappresenta ciò che vorremmo essere (che è fortemente influenzato dalle aspettative che la società e la cultura di appartenenza hanno su di noi), il secondo rispecchia il nostro modo di essere nella quotidianità.
Quando i due tipi di “Io” sono molto lontani fra loro, può verificarsi che la sindrome dell’impostore si annidi nella nostra mente con pensieri disfunzionali e tossici.
ESEMPIO DI SINDROME DELL’IMPOSTORE
Viola è una ragazza sveglia, dinamica, divertente. Tende a migliorarsi sempre di più e a vivere una vita secondo i propri valori ed ideali. Fra questi c’è una buona forma fisica. Viola sa che le cose si ottengono con impegno per cui, dopo aver curato l’alimentazione con uno specialista, dopo anni di tentennamenti e resistenze si iscrive in palestra.
In pochi mesi vede già alcuni risultati soddisfacenti allo specchio. Tuttavia mentre contempla la sua immagine arriva un pensiero:
“Si è vero, mi sono iscritta in palestra, ma avrei dovuto farlo anni fa, adesso rimettermi in forma sarà molto più difficile e sicuramente non riuscirò ad ottenere il fisico che volevo”.
Cosa è successo alla nostra Viola?
La sindrome dell’impostore sta agendo in questo modo:
1. Screditamento di un sacrificio non riconoscendo il valore dello sforzo che è stato fin lí svolto poiché non congruente nell’immediato con l’ideale che abbiamo in testa;
2. Può verificarsi, come conclusione alla catena di pensieri catastrofici, un fenomeno che si chiama “autosabotaggio”. Potrebbe quindi scattare il pensiero “Siccome non arriverò mai al risultato che ho in testa allora è meglio lasciar perdere fin da ora”.
Risultato? Viola si disiscrive dalla palestra ed ha rinforzato il pensiero che fare sacrifici non porta a nulla.
3. Paura di essere smascherati. Arrivano complimenti inaspettati per i risultati conseguiti, ma dentro di noi qualcosa ci dice di non meritare tanta ammirazione. I risultati non sono opera vostra, sono un caso fortuito.
L’AUTOSABOTAGGIO
Si tratta della seconda fase del pensiero che ci attanaglia: “Non me lo merito”.
Talmente l’impostore ha distorto la realtà ai nostri occhi che ciò che accade è che crediamo davvero che tutto ciò che di buono abbiamo fatto nella vita sia una montatura.
Ce lo siamo ripetute talmente tante volte che è diventato realtà. Il nostro inconscio, allora, comincia a muoversi di conseguenza, adottando l’autosabotaggio, in modo da creare congruenza fra il pensiero tossico ed il mondo che ci circonda. In poche parole, rende il pensiero reale.
Come fa? L’esempio di Viola è uno fra tanti.
Il meccanismo è sempre lo stesso: remi contro qualcosa che vuoi e spesso ciò accade tramite la procrastinazione (vuoi cambiare lavoro ma non mandi cv; vuoi lasciare il partner ma continui a subire cose che non ti stanno bene; vuoi perdere peso ma non curi alimentazione e palestra; vuoi apparire professionale ad un incontro importante di lavoro e arrivi in ritardo, etc..).
SINDROME DELL’IMPOSTORE: COME È POSSIBILE USCIRE DA QUESTO ATTEGGIAMENTO MENTALE DELETEREO?
Innanzitutto un primo passo è individuarne la causa, poiché l’impostore arriva da diverse fonti. Potrebbe essere paura (una forte insicurezza ed un’autostima molto bassa), potrebbe essere un senso di colpa molto forte (sentire di non meritare di essere felice), potrebbe essere la resistenza ad uscire dalla comfort-zone (“Ho sempre fatto così”; “Voglio risultati immediati”), potrebbe essere una tendenza a punirsi o il risultato di dinamiche familiari nell’infanzia che si sono strutturate nel tempo.
Una volta trovata la fonte è possibile lavorarci sopra con ottimi risultati.
È molto difficile ed è necessario mettersi molto in gioco, ma con l’aiuto di un professionista è possibile vivere una vita che ti somigli, all’altezza dei tuoi sogni, non delle tue paure.
Chiara Cucinotta per LeDonneLoSanno
La Psicologa Delle Donne