<< Dopo la laurea non cambia niente>> quante volte avete detto o ascoltato questa fatidica frase? Io penso ogni qualvolta che qualcuno vi ha comunicato che era in procinto di laurearsi, un po’ per rassicurarlo del fatto che non lo aspettava poi “niente di che”, un po’ perché a forse di sentirlo ce ne siamo anche convinti, finendo per suggerirlo a noi stessi quando quando ci troviamo nella condizione di laureandi.
Non sto qui a scrivervi che da una settimana a questa parte la mia vita è cambiata (almeno non lavorativamente parlando!) perché mentirei, semplicemente raggiungendo un traguardo così chiacchierato si finisce per cambiare la prospettiva da cui guardare le cose.
Una settimana fa vedevo la discussione della tesi come l’ostacolo più grande sa superare, si presentava più imponente dell’Everest e più spaventoso di una pinna di squalo in mare aperto.
Il solo pensiero di trovarmi davanti decine di persone ad ascoltarmi mi faceva tremare le gambe e la voce, la gola pareva stringersi in una morsa e gli occhi si riempivano di orgogliosa commozione.
Poi quel momento è arrivato e se ne è andato troppo velocemente, più repentino di un battito d’ali, lasciandomi dentro una profonda sensazione di vuoto.
Come si fa a lasciarsi alle spalle un momento che non sembra di aver vissuto?
E non parlo solo della laurea in sé ma della vita universitaria nell’insieme, di fatto avendo sempre affiancato studio e lavoro non mi resa davvero conto di essere all’università.
Se studi e lavori ti dimentichi tutto ciò che è infrasettimanale perché la mattina lavori, se non lavori studi oppure sei in facoltà (ammesso tu riesca a trovare il tempo di seguire le lezioni); il fine settimana è vitale per rimettersi in pari con lo studio e questo è quanto.
Ogni ciclo deve completarsi per dirsi chiuso e poter andare oltre quindi chissà magari faccio contenta la mamma e torno subito sui libri.
Ricorderò per sempre la serena consapevolezza che mi ha investita nei minuti in cui, intrappolata in una goffa toga nera di alcune taglie più grandi, ho parlato a gran voce dell’utilizzo terapeutico della marijuana nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, mentre i volti che avevo davanti esprimevano curiosità e anche un certo stupore per l’argomento così “atipico“.
Ero convinta che mi sarei sentita in preda ad una scarica adrenalinica, come succede ad un esame o un evento importante, invece ero felice e commossa Un connubio di emozioni che generalmente provo solo quando varco la soglia dell’aereporto, pronta a lanciarmi verso qualcosa di nuovo e sconosciuto.
Ero così commossa per quello che stavo facendo che ho rischiato di finire in lacrime a metà tra i criteri diagnostici della Bulimia e quelli del Binge Eating Disorder, quando per un attimo, ho incrociato lo sguardo emozionato di mia sorella e mi è sembrato mi togliessero la terra dai sotto i piedi… ho realizzato quello che stavo facendo e il tempo ha iniziato a correre velocissimo, pochi istanti dopo ero laureata.
Il giorno dopo la laurea già sentivo la mancanza dei libri, dell’impegno costante e di un nuovo traguardo.
In sostanza è vero la laurea non cambia nulla ma è la scusa giusta per prenotare un nuovo viaggio: mi aspettano tre settimane nel sud est asiatico, zaino in spalla e all’insegna dell’avventura.
Devo ancora elaborare la cosa ma nel frattempo ogni consiglio su Cambogia e Vietnam è ben accetto!
Vi abbraccio, Danila.
Congratulazioni cara! Io ci sono quasi dopo un percorso non semplicissimo e non vedo l'ora di finire 😀 L'unico problema che mi si pone (sì, più dell'argomento ancora da scegliere della tesi!) è: come dire a coloro vogliano farmi un regalo che l'unica cosa che mi renderebbe felice è un viaggio o i soldi che userò per un viaggio? xD
Ciao bella 🙂 benvenuta e grazie di essere passata di qui!
Ti dirò tempo fa mi facevo problemi a dire cosa volevo mi si regalasse ma dopo aver ricevuto per anni collanine inutili che puntualmente andavo a vendere al compro oro per un nuovo viaggio, hanno capito cosa mi rende felice 🙂
prova a spiegarlo con calma… se non capiscono URLA!!
Ti abbraccio, Danila.