«La cosa migliore è sembrare naturali. Ma ci vuole un sacco di trucco per sembrare naturali».
(Calvin Klein)
“Guarda come è truccata quella lí! Sembra un clown”
“Metti qualcosa in faccia, sei troppo pallida. Sembri malata”
“Gli uomini preferiscono le donne acqua e sapone”.
“Il trucco è un’arma di seduzione insostituibile”
Queste sono solo alcune delle frasi e dei luoghi comuni che si sentono dire in giro in relazione al make-up. Troppo o troppo poco, trovare una giusta via di mezzo sembra impossibile quando si mette in gioco questo argomento.
Ciò accade perché trovare il confine che divide il “giusto” dall’eccessivo è estremamente difficile, in quanto soggettivo ed estremamente personale, ed inoltre, ad aggiungere confusione, entrano anche parecchi pregiudizi in merito.
Vediamone alcuni:
- Chi si trucca lo fa per nascondere delle insicurezze e vuol dire che non si accetta
- Chi non si trucca appare sciatta e poco femminile
- Ci si trucca per piacere agli uomini
In realtà le cose sono molto più complesse di cosí ed il grande mercato in espansione della cosmesi ne è prova. Proviamo a capire meglio perché l’essere umano, fin dai tempi più antichi, ha sempre sentito l’impulso di dipingersi il volto e truccarsi.
I SIGNIFICATI PSICOLOGICI LEGATI AL TRUCCO
Se guardiamo indietro, nel nostro passato più remoto, dagli egizi ai pellerossa, ci possiamo accorgere che truccarsi il volto è una pratica che è sempre esistita è che non è mai stata di solo dominio femminile.
Entrano in gioco complesse dinamiche antropologiche che hanno a che vedere con il senso di appartenenza e di identità. Non di rado, infatti, un certo tipo di trucco differenziava una tribù dall’altra. In ciò si può ravvisare una delle funzioni più antiche del trucco, ovvero quella comunicativa.
Ancora oggi spesso il make up viene definito come mezzo espressivo della propria individualità, un modo di comunicare chi si è.
Questo primo punto ci riconduce al nocciolo della questione: il make up è l’ingresso privilegiato fra dentro e fuori.
Che significa? La pelle, per molti studi psicoanalitici, è ciò che delimita il “fuori” dal “dentro”, lo spazio che interconnette interno ed esterno. All’interno di questa cornice il “decorare” la pelle, dipingerla e adornarla assume una valenza profonda di mezzo che dal dentro porta al di fuori.
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Ancora una volta si tratta di uno strumento espressivo potentissimo che ha la funzione di armonizzare il nostro stato interiore con la nostra immagine.
Cosa accade dunque quando questo processo viene distorto? Guardiamolo un po’ più da vicino.
Quando il make up diventa problematico
Possiamo suddividere i maggiori problemi legati al make up in due macro aree: il perfezionismo e l’accumulo compulsivo.
Il perfezionismo riguarda la difficoltà ad accettare i nostri piccoli difetti fisici come parte integrante della nostra unicità.
Se ci rendiamo conto che non riusciamo nemmeno ad uscire di casa per buttare la spazzatura senza essere truccate, è possibile che la nostra autostima corporea non sia proprio in ottimo stato.
Se ci rifiutiamo di apparire pubblicamente se non siamo “perfette” stiamo utilizzando il trucco nella sua accezione di maschera, qualcosa che nasconde ciò che non ci sta bene, anziché utilizzarlo come ausilio per valorizzare i nostri punti di forza.
Chiederci cosa ci mette in difficoltà e cosa possiamo fare per sentirci un po’ più a nostro agio è il primo passo per riprendere confidenza con la nostra immagine, per prenderci cura del nostro aspetto fisico senza che questo sia fonte di ansia e stress.
L’accumulo dei prodotti relativi alla cura del sé è un fenomeno che si è particolarmente intensificato negli ultimi anni, dopo l’avvento dei tutorial di trucco.
Se accumulare più prodotti cosmetici di quanti ne riusciamo effettivamente ad utilizzare è un comportamento che mettete in pratica da più di un anno ed è legato ad un acquisto compulsivo del prodotto stesso, potrebbe essere utile fermarsi un attimo e chiedersi cosa ci fa stare bene nel circondarci di make up in ogni angolo della casa.
Anche in questo caso il bisogno di appartenenza e di identità potrebbe essere coinvolto e manifestato in questo tipo di condotta.
Fai quello che ti fa stare bene
In conclusione, non esiste il modo giusto di truccarsi o non truccarsi. La regola d’oro è sempre farlo per noi stesse e mai per circostanze esterne.
Truccarti (o non truccarti) è qualcosa da fare se ti fa stare bene senza lasciarsi condizionare dai giudizi altrui, o ancora peggio, dal proprio giudizio.
Il make up può essere utilizzato per valorizzare dei tratti, nascondere delle imperfezioni, simulare un diverso status sociale o di età (ad es. sembrare più giovani, più autorevoli, etc) o per veicolare un certo stato emotivo (ad es. sentirsi più sicure di sé, più sexy, etc).
Tutto questo non è sbagliato.
Tutto questo è legittimo.
L’importante è non farlo diventare un dictat rigido o un’imposizione dall’esterno, fin quando sentirete il make up come integrazione della vostra personalità starete assecondando la vostra autenticità.
Per cui se vuoi truccarti, truccati, se non lo vuoi fare (o lo vuoi fare poco) non farlo, ma non dimenticare mai di volerti bene per quella che sei.