Abbiamo deciso di avvicinarci a donne che stimiamo, studiarle, farle conoscere e far sì che il loro successo sia fonte di ispirazione per altre donne anziché motivo di invidia. Nasce Lavoro da Donna, la rubrica di LeDonneLoSanno dedicata a Donne che hanno successo sul lavoro, perché quel lavoro è esattamente il lavoro che si sono scelte, per cui hanno combattuto e sudato. Il lavoro che si sono cucite addosso. In barba alla frustrazione da posto fisso.
Proviamo a dare un nome alla tua professione: Travel Blogger? Web Writer? Brand Ambassador? Social Media Manager? Influencer? Tuttofare freelance? Insomma di cose ne fai davvero tante! Come ti definiresti? Che nome daresti al tuo lavoro? C’è qualche aspetto del tuo lavoro che ti piace più di altri? E qualcuno che ti piace meno?
Io sono una travel blogger, content creator e web writer. Mi occupo di creare contenuti digitali per il nostro blog ed i nostri canali social oppure per quelli dei clienti (segui il blog di Marika&Diego www.gate309.it)
Io mi definisco una storyteller, amo raccontare storie, condividere ricordi, permettere alle persone di sentirsi -anche solo per il tempo di una lettura- parte di un’avventura. Amo il rapporto che il mio lavoro mi permette di creare con la mia community e la possibilità di dare sfogo alla fantasia, di interpretare le richieste dei clienti. Amo il fatto che ogni lavoro sia diverso dall’altro.
La cosa che amo di meno è la difficoltà nella gestione del tempo, è come se non smettessi mai di lavorare. Spesso non avere orari vuol dire lavorare di più e farlo nel modo sbagliato.
Al di là del nome che si voglia dare al tuo lavoro, tu sei indubbiamente una donna di successo. Quali sono i tuoi segreti per realizzare sogni giganti? E quali le rinunce – i sacrifici, almeno nella tua esperienza, per andare lontana?
Innanzitutto, grazie!
Il segreto per realizzare sogni giganti è: crederci! Spesso sento persone lamentarsi continuamente di ogni più piccola cosa e in questo tranello ci siamo cascati tutti. O, perlomeno, abbiamo tutti affrontato un “periodo nero”.
Io ho degli obiettivi e, attorno ad essi, ho costruito delle strategie per raggiungerli ma non mi sento mai e poi mai arrivata. Ho continuamente delle soddisfazioni enormi, ma anche tante porte in faccia.
Credo che la mia arma vincente sia la positività: per me il bicchiere è mezzo pieno sempre (tranne se si tratta di vino, ovviamente!).
Premettendo che io amo il mio lavoro e lo scelgo ogni giorno, tra i sacrifici rientra senza dubbio il tanto tempo lontana da casa e dalle persone che amo. So che per qualcuno che non fa questo lavoro probabilmente sembrerà assurdo, ma è bello anche godersi casa o partecipare a tutti i momenti importanti per chi ci sta accanto. In realtà viaggiare per lavoro è ben diverso dal viaggiare per piacere. Non è né più bello e né più brutto, sono due situazioni diverse e non bisogna dimenticare che, anche dall’altra parte del mondo, si tratta pur sempre di lavoro.
Ti va di raccontarci la giornata tipo del freelance e sfatare una volta per tutte il mito che lavorare da casa equivale a non fare nulla?
Come accennavo prima, spesso non avere orari fissi di lavoro porta ad una gestione sbagliata del tempo e, quindi, a lavorare molto di più. Io mi sveglio la mattina solitamente molto presto e inizio a lavorare subito dopo la colazione o l’allenamento. A proposito: non dimenticate, se lavorate da casa, di lavarvi e vestirvi come se doveste uscire, questo mi ha aiutata tantissimo.
Poi inizio a lavorare: rispondo alle mail, scrivo articoli, gestisco i social media, creo progetti, edito foto e così via, in base a ciò che devo fare quel giorno.
Mi fermo verso ora di pranzo e poi riparto, solitamente fino all’ora dell’aperitivo. Tranne se ci sono scadenze urgenti o viaggi di gruppo da organizzare: in quel caso è davvero un lavoro continuo per far combaciare tutto e tutti.
Hai da poco iniziato a tenere delle lezioni sui social media nelle scuole superiori. Ti va di parlarci di questo progetto?
Ho lanciato, insieme ad una mia amica, un progetto in una scuola superiore di Campobasso ed è stata una delle esperienze lavorative più belle di sempre. Mi sono confrontata con un ambiente totalmente nuovo per me, l’insegnamento, e l’ho amato dal primo momento. Tanto che a breve terrò un corso sul blogging in una scuola media e ho in mente di farne altri aperti a chiunque stia pensando di avvicinarsi a questo mondo.
Essere donna nel mondo del lavoro, come sono state le tue esperienze? Hai mai incontrato ostacoli legati all’esser donna? Ti sei mai trovata in ambienti sessisti?
Sinceramente? no.
Che rapporto hai con le altre donne? Che amica sei? Come ti approcci alle donne in ambiente lavorativo? Hai incontrato colleghe che sono diventate AMICHE?
Alcune delle mie colleghe sono, ad oggi, amiche fidate, confidenti con le quali scambio opinioni sul mondo lavorativo ma anche, e soprattutto, sulla sfera personale.
Questo è un argomento che mi sta molto a cuore perché, sempre più spesso, noto che noi siamo siamo le prime nemiche delle altre donne. La solidarietà non esiste quasi più e l’invidia, purtroppo, sta diventando un male enorme. Sempre a puntare il dito conto l’abbigliamento/l’atteggiamento/il pensiero altrui.
Io, dal canto mio, fortunatamente non mi sento di appartenere alla categoria, ma per una ragione ben precisa: ci saranno sempre donne più in gamba di me, più brave di me, più fortunate di me, più capaci di me.
A che serve screditarle?
Meglio imparare e prendere esempio, no?
Se potessi esprimere un desiderio per tutte le donne del mondo, quale sarebbe?
Per esprimere il concetto, prendo in prestito una frase che mi è stata detta da una ragazza iraniana, mentre eravamo a casa sua e stavamo affrontando un argomento simile: “A me l’hijab non piace. Non ho nulla contro chi vuole indossarlo, ma perché io devo farlo per forza? Non sarebbe meglio se ogni donna fosse libera di scegliere chi essere e cosa indossare?”
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