Phuket ecco su cosa mi concentrerò oggi.
Chiunque abbia parlato con me per almeno mezz’ora sa che amo viaggiare, che sono stata in Thailandia, che l’ho amata e che ci tornerei oggi stesso.
Vi ho già parlato del mio viaggio in Thailandia portandovi a Bangkok e Chiang Mai, prime due tappe dell’itinerario che si è poi concluso con 5 giorni a Phuket.
L’intero viaggio in Thailandia è stato per me importante, mi ha cambiata, mi ha resa più forte, mi ha permesso di conoscere una realtà del tutto diversa da quella in cui vivo, mi ha resa immensamente felice… ma mi ha anche insegnato che i posti incontaminati stanno via via sparendo e che il turismo esasperato può straziare un popolo fino a cambiarne il modo di relazionarsi.
Phuket è diventata negli anni ’70 la meta di numerosi backpackers che vi giungevano alla ricerca di spiagge tropicali deserte.
In breve tempo, soprattutto grazie all’apertura dell’aeroporto, Phuket è diventata una delle mete più popolari del Sud Est Asiatico ospitando oggi circa 3 milioni di turisti ogni anno.
E’ proprio questa grande affluenza di turismo che ha rovinato le spiagge un tempo deserte e incontaminate e che soprattutto ha incattivito i Thai che abitano nella zona.
Se non fossi stata a Bangkok e Chiang Mai, prima di arrivare a Phuket, avrei giurato che i Thailandesi sono scontrosi e pronti a rifilarti truffe appena possono.
Ed è proprio questo che ci è successo a Phuket: siamo stati truffati dalla polizia!
Cosa è successo?
Lungo le principali arterie dell’isola, quelle che conducono al mare, i poliziotti allestiscono giornalmente dei grandi posti di blocco che impediscono la marcia in entrambi i sensi di marcia.
Una volta fermo è solo questione di tempo prima che loro ti multino per un problema reale o apparente (come accade nella stragrande maggioranza dei casi!).
La multa in questione è di appena 12 euro, una cifra per noi pressochè irrisoria ma sostanziosa se cambiata in Thai Bath.
Ora direte voi, cosa vuoi che siano 12 euro a fronte dell’intero viaggio?
Sarei d’accordo anche io, se non fosse che gli ultimi tre giorni di viaggio in Thailandia li abbiamo affrontati con una delle carte di credito rotta a metà e l’altra smagnetizzata!
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