«Se potessero farlo, le donne che appaiono penalizzate e prive di risorse spezzerebbero davvero le loro catene e sarebbero disposte a spiccare il volo? (…) Il mio scetticismo nasce proprio dall’esperienza. Mi capita, infatti, di incontrare molte donne che, avendo un sacro terrore dell’ignoto, oltre che scarsa fiducia nelle loro potenzialità e nel loro spirito di iniziativa, si trincerano dietro presunti ostacoli e vincoli di ogni genere per non prendere atto di paure e resistenze che agiscono nel profondo dell’animo umano.»
I. Castoldi ne “Donne al bivio”
La frase della Castoldi che introduce questo scritto è ciò dalla quale sono partita per scavare all’interno del terreno femminile con lo scopo di portarne alla luce le strutture che ne compongono l’anatomia.
Mi pare chiaro, infatti, che la domanda imperante delle donne che si rivolgono a me per un percorso psicologico riguardi l’autostima e la fiducia in sé stesse. Prima di addentrarci in terreni più profondi, direi di partire dallo scheletro di questa domanda.
L’autostima è un costrutto multicomponenziale, ciò significa che è costituito da più parti. Una parte in particolare ha un ruolo importante nel ruolo di “crocerossina” che spesso noi donne ci affibbiamo. Ed è proprio questa parte che approfondiremo.
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COS’È L’AUTOSTIMA?
L’autostima è una componente essenziale per una buona salute mentale ed è composta dall’autovalutazione della propria persona, autovalutazione che deriva dalla combinazione del nostro concetto di sé, delle nostre caratteristiche e e delle nostre abilità.
L’autostima si sviluppa e si evolve durante la nostra vita durante la costruzione dell’immagine di noi stessi attraverso le esperienze che facciamo. Le esperienze durante la nostra infanzia svolgono un ruolo particolarmente importante nel plasmare la nostra autostima di base, infatti il modo in cui sono stati gestiti i nostri successi e fallimenti dai membri della nostra famiglia, dai nostri insegnanti, e dai nostri pari, ha contribuito alla creazione della nostra autostima di base.
Il Locus of Control: il meccanismo psicologico che ti frega!
Uno dei fattori associati all’autostima è il locus of control (o stile di attribuzione) e ne esistono principalmente di due tipi: interno ed esterno.
– Gli individui con il locus of control interno credono di essere sempre responsabili di ciò che accade loro (ad es. Vengo bocciato all’esame: accade perché non ho studiato a sufficienza);
– Gli individui con locus of control esterno attribuiscono a fattori esterni a sé la responsabilità di ciò che accade (ad es. Vengo bocciato all’esame: accade perché il prof ce l’ha con me, sono sfortunato, etc).
La cosa migliore sarebbe ovviamente un buon equilibrio dei due, ma spesso – soprattutto nelle donne – ciò che accade è che la prevalenza vira nettamente verso il locus of control interno.
Attribuirsi la responsabilità totale di tutto ciò che accade incide fortemente sull’autostima, danneggiandola, e sfociando sull’autocolpevolizzazione.
Pensandoci bene e in assoluta sincerità con te stessa, tu che tipo di locus of control pensi di adottare? Quando accade qualcosa quanta responsabilità ti attribuisci? Ma soprattutto, riusciresti ad accettare di non avere il pieno controllo delle cose, che non è vero che è sempre colpa tua e che se tua avessi fatto o detto diversamente le cose sarebbero cambiate?
La rivoluzione parte da qui.
Chiara Cucinotta per LeDonneLoSanno
La Psicologa Delle Donne