Il mio secondo mese di lavoro nelle farm in Australia per il rinnovo del Working Holiday Visa è stato un lento e straziante tormento – che sta lentamente peggiorando nel corso delle ultime settimane di galera da scontare (sì, perchè per rinnovare il tuo whv in alcuni momenti ti sembrerà di essere in carcere e il lavoro nelle farm sembrerà una prigione).
Proverò ad andare con ordine, a dare un senso a questi pensieri scarabocchiati qua e la in agenda, ma so già che non ci riuscirò.
IL PRIMO MESE A CARNARVON
I primi 36 giorni di lavoro nelle farm sono quasi volati, sembrava quasi che rinnovare questo visto non sarebbe stato così difficile. Complici l’entusiasmo per la bella stagione e per un posto nuovo in cui vivere, quasi non mi sono accorta di aver completato un terzo dei miei 88 giorni necessari a rinnovare il visto.
Ed è forse per questo che di Carnarvon avrò per sempre un dolce e tiepido ricordo, un ricordo che profuma d’erba fresca, di sole bollente, di fatica nei campi, di avventura, di campeggio, di gite domenicali, di crema solare, di focaccia appena sfornata e di partite a monopoli fino a notte fonda.
Poi però Carnarvon è diventato il posto più inospitale di tutti – quasi per un’assurda legge del contrappasso.
LA FINE DELL’IDILLIO
Niente più lavoro nelle farm di Carnarvon.
La peggiore delle notizie che può ricevere un backpacker che ha ancora 62 giorni di farm da completare e un conto in banca da far piangere qualsiasi adulto coscienzioso.
LA RICERCA DEL LAVORO nelle farm (di mezza Australia)
Per cui, in un giovedì di ordinaria follia, quattro ternani si ritrovarono nel loro appartamento di Carnarvon a interrogarsi sulle possibili soluzioni per portare a fine quella tortura.
Chiamate.
Messaggi.
Mail.
Annunci su gumtree.
Ricerche su Facebook.
Ancora chiamate.
Decine di messaggi.
E poi, dopo mezza giornata, il verdetto: saremmo partiti l’indomani per Donnybrook – 1000 km più a sud – per lavorare come potatori di vigne (ancora!).
LA PARTENZA
Quello che è capitato subito dopo è una serie di sfighe fantozziane che riassumerò così:
“dopo aver impacchettato i nostri pochi – ma molto ingombranti – averi e dopo averli accuratamente riposti in ogni angolo delle nostre auto, eravamo pronti a partire.
Francesco e Michael provano contemporaneamente ad accendere l’auto e, entrambi, ricevono un rumore sordo in risposta.
Francesco prova ancora, l’auto parte. Pigra ma parte.
Ingrana la retromarcia e fa per partire quando Camilla esce dall’auto con fare disperato: la loro auto non parte.
Il motore non dà segni di vita.
Iniziamo a contattare i meccanici della zona ma, dei due disponibili, uno è in ferie e l’altro non si libererà prima di qualche giorno.
Spieghiamo l’urgenza, lo convinciamo a raggiungerci per dare un’occhiata all’auto e il verdetto ci getta nello sconforto più totale.
C’è la possibilità che la spesa per aggiustare il guasto sia più alta del valore dell’auto e per scoprirlo dovevamo aspettare tre giorni.
Poi finalmente, dopo quasi una settimana, la situazione si sblocca. Il danno non è troppo costoso e l’auto sarebbe stata pronta in giornata.
Siamo partiti da Carnarvon in un’assolata giornata di metà luglio e dopo tre giorni di viaggio (e una sosta a Kalbarri) siamo arrivati a South Beach – Fremantle – in una notte di pieno inverno.”
PARENTESI
Quella notte mi sono sentita a casa.
Sentivo di appartenere a quel luogo e quel luogo appartiene a me.
E’ a South Beach che io trovo la mia Australia.
E’ li che vedo il mio battesimo verso una nuova vita di felicità.
Non importa se mi trovi li per dormire in macchina, per un barbecue domenicale o perché ci abito.
South Beach a Fremantle è la MIA CASA.
Però sto divagando.
Il giorno successivo ho fatto il pieno di meraviglie, finalmente tornavo a Fremantle.
Finalmente la civiltà e il cibo buono.
Finalmente colore, persone, vita.
KIRUP e (spero) l’ultimo lavoro nelle farm
E poi è tutto finito, quell’Australia che mi rendeva tanto felice è svanita.
Siamo partiti per la nostra destinazione finale: Kirup.
Il mese a Kirup è stato uno dei mesi più demoralizzanti, tristi e noiosi della mia vita. E’ stato un mese così brutto che non riesco neanche a parlarne. Mi limiterò ad un elenco puntato che riassume ben un mese della mia vita:
• 36 giorni di pioggia consecutivi
• sono ingrassata 5 kg
• sono uscita di casa tre volte (sempre per fare la spesa e sempre in auto)
• ho condiviso non solo la casa ma anche la camera da letto (un incubo!!!)
• ho iniziato il lavoro più noioso mai fatto
• non ho mai visto un tramonto o un’alba
• tanta noia
• noia
• ancora noia
• ho iniziato a pensare di lasciare Kirup
• mi sono iscritta in palestra a Donnybrook
• ho lasciato Kirup
LA RINASCITA (per alcuni aspetti) e LA MORTE (per altri)
E ora sono nel pieno del mio terzo mese di lavoro nelle farm.
Ho completato 75 dei miei 88 giorni.
Vado in palestra da un mese.
Ho una casa con una camera bellissima tutta per noi. Dalla camera e dal giardino posso guardare decine di tramonti meravigliosi.
Il lavoro è sempre meno, la fine lontana.
No, no!
Non ho ancora finito le farm! Quindi corri a sostenermi su tutti i canali social (ogni giorno lamentele fresche fresche su quanto non ne posso più di questa vita contadina) e non dimenticare di seguire live i miei aggiornamenti sul canale youtube (ci sono tante informazioni per tutti voi che volete venire a vivere in Australia!).
E per finire, per la famosa serie del MAI UNA GIOIA sappiate che da oltre un mese non ho connessione wifi.
Vi abbraccio,
Danila.