Si trasferisce a Los Angeles per diventare una ballerina ma la vita a volte non va come deve andare. Prende quindi in mano una macchina fotografica e prende una strada diversa, anzi due.. o di più. Ha lanciato una bomba contro Instagram, ha parlato al TedX e questa estate ha fatto un bellissimo reportage social sulla bellezza. Sara Melotti si racconta per noi
Al di là del nome che si voglia dare al tuo lavoro, tu sei indubbiamente una donna di successo. Quali sono i tuoi segreti per realizzare sogni giganti? E quali le rinunce – i sacrifici, almeno nella tua esperienza, per andare lontana?
Il fattore più importante per realizzare i sogni è la fede. Bisogna crederci, crederci davvero, crederci anche quando tutto sembra impossibile.
Poi bisogna armarsi di pazienza, perseveranza e resilienza.
Il percorso verso la realizzazione di un sogno è un po il viaggio dell’eroe di cui parlava Joseph Campbell, la strada è piena di ostacoli e i sacrifici da fare ci sono sempre; nel mio caso il sacrificio più grande è la mia vita personale: devo togliere tempo alle persone che amo per darlo alla mia solitudine, che per me è fondamentale per creare.
Essere donna nel mondo del lavoro, come sono state le tue esperienze? Hai mai incontrato ostacoli legati all’esser donna? Ti sei mai trovata in ambienti sessisti?
Anche nella fotografia c’è il gender-gap, e viaggiare da donna è diverso che viaggiare da uomo ma per quanto riguarda il lavoro io ho deciso tempo fa che non avrei mai lavorato per nessuno se non per me stessa, quindi lavoro CON gli altri non PER gli altri; la mia fortuna è che seleziono io con chi voglio lavorare e così facendo sono più schermata dal ritrovarmi in ambienti e situazioni spiacevoli. Il mio lavoro oggi è viaggiare e documentare (soprattutto in Paesi in via di sviluppo con dinamiche complesse per quanto riguarda la disuguaglianza di genere) spesso sono l’unica donna nel team, ad oggi fortunatamente non mi sono mai trovata in situazioni sessiste, forse anche perché mi pongo subito in un certo modo mettendo in chiaro che voglio/devo essere trattata alla pari.
Ti sei trasferita molto giovane a Los Angeles per fare la ballerina. Un infortunio ti ha poi permesso di prendere una deviazione che ti ha portato ad essere fotografa. Da qui la tua vita è cambiata molto: hai vissuto a New York, hai fatto la fotografa di moda per poi cambiare direzione fino ad arrivare ai viaggi e al tuo progetto Quest for Beauty. Ti va di parlarcene e di dirci cosa ti ha spinto a creare questo progetto dedicato alle donne?
Quest for Beauty è nato da una mia crisi di coscienza. Dopo aver lavorato come fotografa di moda per anni un giorno ho capito che con le mie foto contribuivo a creare degli standard di bellezza irraggiungibili che fanno star male tantissime donne (e oggettificano la donna, perpetuando la disuguaglianza di genere); dopo molte ricerche ho realizzato che dietro quelle immagini c’erano delle dinamiche incredibilmente tossiche: l’industria della moda, della bellezza, della chirurgia estetica e della pubblicità ci bombardano di immagini che creano le nostre insicurezze, insicurezze di cui loro si nutrono e da cui traggono profitto economico (ne ho parlato approfonditamente in questi giorni nel reportage “MAI ABBASTANZA – Perché non riusciamo a piacerci così come siamo” su instagram).
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Ho iniziato a chiedermi davvero “Cos’è la bellezza?” , e ho deciso di mollare il mondo della moda e iniziare a viaggiare per fotografare e intervistare le donne che incontravo per strada e chiedere a loro cos’è la bellezza (a tutte le donne con cui riesco a comunicare faccio le stesse 5 domande). Sono passati 5 anni, ho coperto 15 Paesi, e la cosa stupenda è che le risposte che ricevo, la maggior parte delle volte, non hanno niente a che fare con l’aspetto esteriore. A “Cos’è la bellezza?” le risposte variano:
“È un emozione”
“un tramonto”
“La bellezza è Dio”
Alla domanda “Cosa rende una donna bella?” le risposte più comuni sono: gentilezza, empatia, sicurezza in sé stessa.
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Che rapporto hai con le altre donne? Che amica sei? Come ti approcci alle donne in ambiente lavorativo? Hai incontrato colleghe che sono diventate AMICHE?
Credo molto nella sorellanza, l’ho fatta una filosofia di vita, quindi con le altre donne mi comporto sempre “da sorella”. Con le amiche il supporto l’una per l’altra è la base di tutto; sono una persona molto umana, abbastanza selvaggia, uno spirito libero, non credo nelle formalità, nei titoli, nello status, quindi sia nella vita privata che sul lavoro mi approccio sempre allo stesso modo: essendo me stessa, in maniera molto molto umana.
Si mi è successo spesso di incontrare donne in ambito lavorativo che poi si sono trasformate in belle amicizie.
Se potessi esprimere un desiderio per tutte le donne del mondo, quale sarebbe?
Oltre all’uguaglianza totale vorrei che ogni donna potesse essere libera, libera di essere sé stessa, libera di inseguire i suoi sogni, libera dai condizionamenti che la società le mette in testa.
Bellissimo lavoro,bravo continua cosi!!