Abbiamo deciso di avvicinarci a donne che stimiamo, studiarle, farle conoscere e far sì che il loro successo sia fonte di ispirazione per altre donne anziché motivo di invidia. Nasce Lavoro da Donna, la rubrica di LeDonneLoSanno dedicata a Donne che hanno successo sul lavoro, perché quel lavoro è esattamente il lavoro che si sono scelte, per cui hanno combattuto e sudato. Il lavoro che si sono cucite addosso. In barba alla frustrazione da posto fisso.
Ciao Alessia, prima di tutto complimenti per il tuo brand FreakLèChic, un brand che ha fatto dell’etica, dell’ecosostenibilità e del made in Italy un punto di forza. Prima di tutto una curiosità: perché FreakLèChic?
Ciao e grazie a voi per avermi contattata e per il vostro interesse.
FreakLèChic nasce come concetto di “unione”. Alcuni anni fa ero in vacanza a Mykonos in Grecia – con una mia cara amica (anche lei professionista nel settore moda) – e appassionate di bellezza, moda e sognatrici doc, stavamo fotografando le bellezze dell’isola e notai quanto i nostri punti di vista estetici fossero diversi ma allo stesso tempo complementari: lei super chic, elegante, raffinata, sempre perfetta in ogni dettaglio; io un anima più selvaggia, minimalista, “fricchettona”.
Due lati di una stessa medaglia che insieme erano potentissimi e perfetti. Così giocando con le parole, quasi soprappensiero, coniai questo termine “Freaklèchic”.
Al tempo era solo un concetto estetico, un’idea, un nome, che però con il passare dei giorni mi è rimasto dentro ed è poi diventato il seme da cui è scaturito questo progetto, che ad oggi mi ha trasformato la vita.
Com’è nata l’idea del brand. Perché abbigliamento per lo yoga? Come sei arrivata a decidere di avere una compagnia tutta italiana nonostante l’assurda situazione fiscale e contrattuale?
Dopo il mio corso di formazione in India per diventare insegnante di Yoga, ho abitato per diversi mesi a Mumbai. Li ho avuto modo di meditare, riflettere e capire davvero chi ero e che cosa volevo fare in questa vita. E l’ho fatto con estrema sincerità verso me stessa, senza filtri e senza porre limiti a quelle che credevo potessero essere le mie potenzialità. Ho guardato sempre e solo verso il lato positivo delle cose. All’epoca ero in disoccupazione e non avevo nessun tipo di supporto economico da parte mia o della mia famiglia, ma solo un sogno fra le mie mani. Così sono tornata prima del previsto in Italia per iniziare quella che per me era ormai diventata una certezza: FreakLèChic sarebbe stato il primo Brand Italiano di Abbigliamento per lo Yoga nel Mondo.
Tutte le mie compagne durante lo YTT vestivano di famosi marchi activewear, ma i complimenti che ricevevo sui miei outfit (riscoperti nel mio guardaroba da ex ballerina) erano tantissimi. Erano tutte affascinate dal mio stile e la cosa mi ha fatto riflettere.
Ho unito così quelle che sono le mie due più grandi passioni: la moda e lo yoga per dare vita a FreakLèChic.
Devo dire che mancava un brand di riferimento sia in Italia e che per l’Italia nel mondo. Lo Yoga stava diventando sempre più popolare e io mi sentivo parte di questa crescita; insomma non c’era nulla che mi potesse fermare. All’inizio non ho pensato a come realizzare il progetto a livello imprenditoriale, ma mi sono concentrata su quelle che erano le mie forze e conoscenze e mi sono subito dedicata al prodotto, alla mia prima collezione “Indossa la Natura“.
Ho studiato, ricercato, mi sono buttata e semplicemente…l’ho fatto! Eh si, perché davvero basta farlo!
Credo che per realizzare qualsiasi tipo di progetto ci voglia un po’ di incoscienza. Perché la verità è che puoi avere l’idea migliore del mondo, ma se non la metti in pratica non vale niente.
E per un brand di moda, l’Italia non può che essere un valore aggiunto. Io credo nel Made in Italy, credo nella tradizione artigianale e in particolare quella Toscana, la mia terra che tanto amo. Voglio supportare l’economia italiana e credo nelle potenzialità di questo Paese. La moda italiana è sempre stata riconosciuta come eccellente in tutto il mondo e io volevo valorizzare il concetto in chiave moderna. L’ecosostenibilità era solo agli inizi di questa rivoluzione adesso attuale e io miro a centrarne il cuore anche attraverso l’artigianalità.
Perché la fibra di bamboo? C’è un motivo specifico nella scelta di questo materiale? Ti va di raccontarci come avviene la ricerca e la scelta dei tessuti che utilizzerai nella creazione della tua collezione?
Prima di andare in India ero stata in Canada, dove durante una giornata di shopping con mia zia Violetta, scoprii in un piccolo negozio la fibra di bambù.
Ho toccato tantissime fibre e tessuti nella mia vita, avendo lavorato per anni nel controllo qualità e packaging per una delle più grandi aziende online del lusso multimarca. Ma mai avevo visto e sopratutto toccato la fibra di bambù. Sottolineo toccato, perché per chiunque non l’abbia mai fatto è un’esperienza da provare.
Ma oltre che per la sua morbidezza e setosità, mi convinse e affascinò anche per le sue proprietà antisettiche, antimicotiche, deodoranti e traspiranti. Acquistai così questa mutandina (carissima per me all’epoca) e con essa sentii una netta differenza e risolsi un problema intimo che avevo all’epoca.
Ma, come tutto quello che è ecosostenibile, non possiamo pensare che duri per sempre; così quando tornai a casa la cercai e non la trovai da nessuna parte in Italia se non online e da paesi esteri. Così successivamente mentre ero in India e stavo elaborando il progetto FreakLèChic, decisi che il bambù sarebbe stato uno dei tessuti principali del brand. Aveva tutte le caratteristiche tecniche per creare abbigliamento sportivo e lounge in stile FreakLèChic e volevo che anche gli Italiani conoscessero questa meravigliosa fibra.
Durante lo sviluppo del progetto ho scoperto che c’erano produttori italiani di bambù e la cosa mi ha sorpresa e mi ha reso felice allo stesso tempo, perché il prodotto poteva così essere Made in Italy al 100%.
Io e il mio team oggi siamo sempre alla ricerca di nuove fibre naturali, ma allo stesso tempo di antiche tecniche perdute ormai da anni da riportare in auge ed è in questo modo che ho scoperto la fibra di Ortica.
Una fibra molto utilizzata fino ai primi del ‘900, che è poi stata abbandonata per fare spazio alle fibre sintetiche, più economiche e di veloce produzione. È anch’essa una fibra meravigliosa sia al tatto e che per le sue caratteristiche qualitative.
Sia il Bambù che l’Ortica sono piante che crescono in maniera infestante, quindi non hanno bisogno di fertilizzanti e prodotti chimici per crescere velocemente come invece ha bisogno il cotone. Seguendo il naturale processo di crescita, si può creare un tessuto che dà vita a capi di abbigliamento che rispettano non solo il nostro pianeta, ma anche la nostra pelle.
Sei a capo di un’azienda in ascesa, come coniughi la tua vita privata e quella lavorativa? Sei stata costretta a scendere a compromessi in uno dei due campi a favore del successo dell’altro?
Vi ringrazio per questa domanda perché mi permette di introdurre anche Ronny. Mio socio e amore della mia vita.
Insieme stiamo costruendo questa azienda come dei veri e propri Doers. Partendo dal business plan, abbiamo vissuto il “sogno americano” di giovane startup, percorrendo tutti gli step che servono per far crescere un’idea, trasformarla in un progetto, in startup ed infine in vera e propria azienda.
Insieme stiamo facendo tutto questo ed è meraviglioso poter condividere ogni singolo passo di questo cammino nelle difficoltà e nei successi. Sono grata per questo.
Ovviamente quando decidi di costruire un’azienda da zero e sopratutto nelle prime fasi, il tuo lavoro e la tua vita privata diventano una cosa sola. Ma per noi FreakLèChic è come se fosse un “bambino” ed è un piacere trascorre le giornate ad accudirlo e farlo crescere nei migliori dei modi. Il fatto di essere una famiglia, una coppia, mi da forza. Mi ispira e mi rende felice. Non sono la prima stilista ad avere un compagno e socio di una azienda di moda in Italia e tutte queste aziende hanno avuto successo. Questo mi da forza e speranza. Sempre prendere esempio da i migliori che ce l’hanno fatta.
Provengo da una famiglia con nonni contadini, di lavoratori instancabili che hanno condiviso al 100% lavoro e vita privata. Loro mi hanno insegnato che a fine giornata, quando siamo riuniti intorno alla tavola a cena, i problemi restano fuori, non si parla più di lavoro e si gode della compagnia delle persone che ami con umiltà e gratitudine. E una volta a letto vince l’Amore su ogni cosa.
L’ecosostenibilità è un tema che tocchi in prima linea, quali sono i tuoi tre consigli per una vita più sostenibile
La sostenibilità è un tema complesso, ma dal quale non possiamo più prescindere. Io credo che se impariamo a rispettare noi stesse come prima cosa, sia umanamente che con l’utilizzo dei giusti prodotti, non possiamo creare un impatto negativo sulla nostra Madre Terra, essendo in un continuo, costante e completo coesistere da sempre. Ogni gesto che facciamo e ogni decisione che prendiamo ha delle ripercussioni sul nostro pianeta. Ma se prendiamo le giuste decisioni per noi stesse in maniera consapevole, andremo inevitabilmente ad impattare positivamente anche sul mondo.
Godiamo quindi del mondo ma senza distruggerlo. Perché ciò che non fa male a Noi, non fa male neanche a Lui.
Se potessi rivolgerti a tutte le donne cosa diresti loro?
Cerchiamo di amarci e di rispettarci di più. Dedichiamoci del tempo, ascoltiamoci, amiamo i nostri pregi e i nostri difetti, senza giudizio.
Impariamo dagli altri, cercando di non dare troppa importanza a chi apparentemente sfoggia una totale perfezione.
Perché tanto si sa, la perfezione non esiste. Sono quei pregi e quei difetti che la natura ci ha donato a renderci uniche e perfette così come siamo.
E se non ci piacciamo abbastanza, smettiamola di giudicarci e facciamo davvero qualcosa per raggiungere il nostro obiettivo.
E quando non sappiamo cosa indossare: – WEARING YOUR SOUL – 😉
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