Il tema ambientale è molto sentito ed ultimamente rimbalzano news su tutte le testate giornalistiche in merito all’inquinamento, alle misure da adottare per ridurlo e ai disastri ambientali che purtroppo si stanno verificando continuamente.
Abbiamo parlato dell’ambiente con Francesca, viaggiatrice incallita e amante della natura e dei climi artici – che scrive di viaggi sul suo blog e per riviste di settore come National Geographic Italia e magazine online – che ha anche tenuto un progetto di educazione nelle scuole.
Quando parliamo di surriscaldamento e inquinamento, si pensa a scenari catastrofici come in The Day After Tomorrow e il fatto che la situazione non sia ancora così drammatica è una sorta di scusante per molti. Tu sei un’amante dei ghiacci quindi il tema ti sta molto a cuore. Come tutto questo è già evidente nel nostro pianeta?
Viaggio nell’Artico da svariati anni e ho avuto modo di visitare luoghi meravigliosi in grado di raccontare molto su ciò che sta accadendo nel nostro pianeta. Infatti, tutto ciò che avviene in queste sconfinate terre molto a nord ha ripercussioni anche nel resto del mondo. Lì le conseguenze sono molto evidenti, basti pensare che il riscaldamento dell’Artico è maggiore, quasi il doppio, rispetto a quello globale, andando a modificare lo stile di vita delle popolazioni locali che si adattano più difficilmente rispetto agli animali.
Qualche mese fa mi trovavo in Canada, nei Territori del Nord-Ovest, e ho assistito a un’ondata di calore anomala che ha provocato la chiusura diurna delle strade di ghiaccio che solitamente collegano il principale centro urbano, Yellowknife, ai tanti isolati villaggi del nord della provincia, praticamente l’unica via di collegamento nel lungo inverno. Anche l’innalzamento delle temperature, che qui da noi potrebbe sembrare una cosa da niente, nell’Artico veicola problemi importanti che hanno ripercussioni anche a livello economico. Pensate che in alcune zone come le Svalbard, a causa di questi rialzi termici, si è già perso quasi un mese d’inverno all’anno.
La consapevolezza di queste problematiche ambientali si sta ormai diffondendo a macchia d’olio. Adesso li percepiamo come questioni che ci riguardano da vicino. Basta dare uno sguardo agli eventi catastrofici che stanno caratterizzando l’estate 2019 per rendersene conto, dal devastante incendio della taiga siberiana fino allo scioglimento di grandi quantitativi di ghiaccio in Groenlandia. La situazione è piuttosto drammatica ed evidente, anche se dobbiamo sempre tenere in mente che alcune situazioni sono dovute ai cicli che la terra affronta nel suo lunghissimo percorso di vita.
Stai seguendo un progetto di educazione e sensibilizzazione nelle scuole. Quanto è importante sensibilizzare i cittadini del futuro per “salvare il mondo”?
Da inizio 2019 io e Andrea Marraccini – tutor scolastico e accompagnatore turistico – abbiamo incontrato ben 11 classi tra elementari, medie e superiori per sensibilizzare, attraverso i racconti dei nostri viaggi nell’Artico, su determinate tematiche quali il cambiamento climatico e l’inquinamento da plastica. Ci siamo resi conto che la questione è urgente tanto da non riguardare più il nostro futuro ma il presente che stiamo vivendo.
È importante capire sin da giovanissimi che ogni scelta che compiamo ha una conseguenza e un impatto più o meno grande sul pianeta che ci ospita. Durante i nostri incontri, abbiamo avuto un buon riscontro e crediamo che le nuove generazioni possano davvero fare la differenza per cambiare le carte in tavola.
Oggi, la sensibilità ambientale è in crescita ed è sempre più facile adottare uno stile di vita più ecologico possibile. Negli ultimi mesi, moltissimi ragazzi hanno fatto sentire la loro voce in merito alla questione, evitando così che queste problematiche venissero dibattute solo tra i potenti o in determinati contesti istituzionali, come siamo stati abituati finora, merito sicuramente in particolare di Greta Thunberg e del suo movimento.
Tre azioni che possiamo fare quotidianamente per vivere in modo più sostenibile?
Innanzitutto, cercare di ridurre il più possibile l’uso della plastica, che è una delle questioni più complesse ad oggi e sicuramente imputabile alle azioni dell’uomo. Ad esempio, sostituendo le bottigliette di plastica con una borraccia riutilizzabile, oppure preferendo una shopper bag di tessuto alle tante buste utilizzate per riporre la spesa.
Un’altra azione piccolissima ma essenziale riguarda invece più da vicino i fumatori. Moltissimi ignorano il fatto che i mozziconi di sigaretta non siano biodegradabili e infatti rappresentano la maggior parte dei rifiuti raccolti sulle spiagge di tutto il mondo. Quello di gettarlo per terra è il gesto più sbagliato possibile, ma purtroppo tanto radicato. Acquistate un posacenere tascabile e date al mozzicone il giusto luogo in cui concludere la sua esistenza.
Anche quando viaggiamo è importante cercare di lasciare la più piccola impronta nei luoghi che visitiamo, cosa difficile se di base il viaggiare non è sempre sinonimo di sostenibilità per la quantità di CO2 prodotta dai trasporti aerei e dagli spostamenti.
Un esempio? Preferire il treno all’aereo per coprire le brevi distanze e scegliere principalmente prodotti locali, magari a chilometro zero, per supportare l’economia del posto.
Pensi sia possibile per la nostra società invertire il trend e vivere concretamente in modo sostenibile? Quanto tempo pensi ci voglia perché ciò accada?
Sicuramente son già stati fatti molti passi in avanti rispetto a qualche decennio fa e questo grazie anche ad una sensibilità ambientale che sta crescendo sempre di più.
In moltissimi settori si insegue la sostenibilità e tantissimi brand e aziende si stanno adeguando in questo senso, grazie anche alla pressione dei consumatori sempre più attenti all’ambiente e consapevoli che le loro scelte possono fare la differenza. I compromessi purtroppo ci saranno sempre, ma dobbiamo comunque continuare a perseguire piccoli passi che poi diverranno un grande cambiamento.
Proprio per questo motivo, come blogger, ho scelto di collaborare solo con realtà che operino in questa direzione e dimostrino la volontà di essere attenti alle questioni ambientali, tra queste il noto brand di abbigliamento sportivo e outdoor The North Face che da anni si impegna per ridurre la propria impronta ecologica grazie a processi di produzione sempre meno impattanti e la creazione di capi con materiale riciclato.
Cosa diresti a tutti quelli che pensano sia inutile fare il proprio piccolo ogni giorno?
Sono le piccole azioni quelle che piano piano faranno la differenza. E poi, quando saranno diffuse, non saranno più così piccole e magari – un giorno – diventeranno globali. Ti porto qualche esempio concreto.
Da qualche mese faccio parte di un piccolo gruppo di volontari, i Pirati della Plastica, che settimanalmente dedicano parte del loro tempo libero alla pulizia delle spiagge del litorale livornese. Si tratta di un gesto “piccolo” che, a distanza di mesi, sta dando i suoi frutti. Qualcuno può pensare che si tratti di una cosa inutile, perché di certo non libereremo tutto il pianeta dalla plastica. Altri invece, giorno dopo giorno, hanno scelto di unirsi a noi e han cominciato a condividere con i propri amici questa filosofia “plastic free”. Proprio in questi giorni abbiamo dato vita a un’iniziativa che ha legato varie realtà del territorio impegnate sul tema e abbiamo “pulito” uno dei luoghi simboli della mia città, Livorno, un molo davanti il porto che purtroppo raccoglie grandi quantitativi di materiale inquinante come polistirolo, poliuretano e molto altro a causa delle correnti.
Niente è inutile quando si può far bene all’ambiente che ci circonda.
Seguite Francesca sul suo blog Spiccando il Volo dove parla di viaggi e del Grande Nord.