“Beat Generation” queste le parole che i rimbombavano in testa camminando per le strade di Frisco (come la chiamerebbe il mio caro Jack) e ancor di più per le vie di Haight Ashbury.
San Francisco è una città varia, creativa, multirazziale, piacevole, colorata, soleggiata.
Forse è questo il motivo per cui, ancora oggi, molti ragazzi, con lo zaino in spalla, la scelgono come meta di viaggio o come propria dimora.
Ed è proprio la città a fargli da casa.
Non c’è niente di più bello che vedere centinaia e centinaia di ragazzi beatamente sdraiati a Golden Gate Park senza che le convenzioni sociali li turbino in alcun modo o li facciano rinunciare ad una vita ormai poco attuale.
Ragazzi che dominano il quartiere di Haight Ashbury dandogli un tocco unico e meraviglioso.
Ho passato due giorni a scrutare i volti di questi ragazzi; da una parte curiosa come non mai, dall’altra spaventata che il mio occhio attento potesse infastidirli o farli desistere dall’essere totalmente e incondizionatamente se stessi.
Il loro vivere pacifico è contagioso…
Se ne stanno per i fatti loro a ridere, scherzare, cantare, fumare, suonare.
Vivono una vita diametralmente opposta alla mia ma non posso negare che il loro stile di vita mi affascina da morire.
Mi affascina la possibilità di poter fare ciò che vuoi quando vuoi; la possibilità di poter salire sl primo mezzo senza conoscere la destinazione e andare… Seguire la strada.
Perché quando sei “un ragazzo del parco” non hai una casa fissa dove tornare la sera, né una capo ad urlarti contro perché sei assente a lavoro, né obbligo alcuno nei confronti del mondo.
Vivi la tua vita alla giornata.
Quando sei “Un ragazzo del parco” magari non hai una doccia calda ogni sera ma hai la possibilità di uscire dagli schemi ed essere te stesso, nel bene e nel male.
Hai l’opportunità di estraniarti da una società sempre più marcia e decadente senza dover alimentare un sistema che non ti rappresenta.
Ma per essere “Un ragazzo del parco” servono le palle per prendere e mollare tutto, per mettere tutto in uno zaino, abbandonare tecnologia e affetti e partire verso l’ignoto.
Ed è questo coraggio di mollare tutto che ammiro oltremodo.
Sono un’eccellente razionalizzatrice ma quanto sarebbe bello un salto nel vuoto?
Vi abbraccio tutti e felice complemese al mio TravelBlog.
Danila.