Abbiamo deciso di avvicinarci a donne che stimiamo, studiarle, farle conoscere e far sì che il loro successo sia fonte di ispirazione per altre donne anziché motivo di invidia. Nasce Lavoro da Donna, la rubrica di LeDonneLoSanno dedicata a Donne che hanno successo sul lavoro, perché quel lavoro è esattamente il lavoro che si sono scelte, per cui hanno combattuto e sudato. Il lavoro che si sono cucite addosso. In barba alla frustrazione da posto fisso.
Proviamo a dare un nome alla tua professione: su Instagram ti definisci grafica – Illustratrice pop; io ti definirei un’artista a tutto tondo. Veicoli varie forme d’arte attraverso i tuoi lavori e la tua attività social. Come ti definiresti? Che nome daresti al tuo lavoro? C’è qualche aspetto del tuo lavoro che ti piace più di altri? E qualcuno che ti piace meno?
Artista è una parola abusata e non mi permetterei mai di usarla a sproposito, soprattuto su di me. Sono una grafica con una grande esigenza comunicativa. L’illustrazione la definisco “pop” perché nasce dal digitale e dalle mie conoscenze grafiche non da tecniche di disegno. I miei disegni vogliono arrivare a tutti. Bisogna navigare con attenzione nelle parole perché l’uso errato potrebbe costruire barriere invece che romperle. Al mio lavoro non darei nome.
Del mio lavoro mi piace parlare con il committente e cercare di capire la sua esigenza, conoscere la sua esperienza e attingere alla mia per riuscire a dar forma all’idea. Mi piace quando il foglio di lavoro è ancora bianco. Mi prendo qualche minuto per scarabocchiare ma in realtà in mente ho già il disegno. Si tratta di cercare la via migliore per raggiungere il disegno/progetto che ho in mente.
La cosa che mi piace meno? Non c’è nulla che non mi piaccia. È una vera conquista.
Al di là del nome che si voglia dare al tuo lavoro, tu sei indubbiamente una donna di successo. Quali sono i tuoi segreti per realizzare sogni giganti? E quali le rinunce – i sacrifici, almeno nella tua esperienza, per andare lontana?
Non mi definisco di successo. Il successo per me è avere una casa con giardino, un cane e un gatto che mi fanno le feste, uno studio luminoso e una persona accanto che mi ama come io amo lei. Sarò banale ma credo davvero che il successo sia un concetto relativo. Sento di star percorrendo la strada che voglio, che volevo da tempo ma so anche che ogni giorno è da conquistare e questo mi permette di non accontentarmi mai. Di quello che sono, di quello che ho, dei sogni che cerco di alimentare e rendere più grandi possibili.
Segreti non ne ho ma posso dirti con certezza che la sofferenza personale è stata un tassello importante in questo percorso. Mi ha dato possibilità di conoscermi meglio, di essere introspettiva e di poter capire l’altro (non del tutto) in modo tale da poter cogliere le “parole importanti” e renderle disegno. Di alimentare la mia sensibilità verso l’altro. Che se ci pensi la sensibilità è alla base della comunicazione.
Comprendo le tue parole perché le ho provate anche io e posso cercare di capire come ti senti. L’empatia non è uno scherzo. È tutto. È una questione di comunicazione con me stessa e con l’altro. Ho rinunciato alle certezze, alle sicurezze che ognuno di noi si costruisce. Mi sono detta che finché me la sentirò proverò a non averle. Le certezze le vedo come un nascondiglio sicuro dal caso. Un limite che non voglio avere. Il mio sacrificio già grande è stato il distacco. L’ho sempre vissuto intensamente ma è stato davvero doloroso. Ancora è un sacrificio che mi pensa molto: distaccarmi dai luoghi, dalle persone. Ma nel profondo so che prima o poi potrò raggiungere i miei luoghi del cuore. Per le persone purtroppo non sempre sono riuscita a tenermele strette. Ma forse doveva andare così, no?
Quale è il motore della tua creatività? Ti capita mai di sentire un blocco creativo? Come lo sciogli?
Non facendo assolutamente nulla oppure facendo tutt’altro: fare spesa, pulire casa, fare una passeggiata prendendo mezzi a caso senza meta, prendere treni. Mi capitano spesso. Il mio blocco più grande è avvenuto l’anno scorso. Da grafica cerco comunque di lavorare. Da illustratrice non sempre mi viene e non sempre lo trovo il modo migliore per esprimermi. Alterno così vari modi: fotografica, scrittura, grafica, illustrazione. Dipende da come mi sento. Mi fido del mio istinto. Cerco di assecondarmi perché se mi costringo va a finire come quando ero alle medie e i miei genitori erano disperati perché non studiavo. Mi sentivo costretta e mi veniva l’ansia. Non credo sia senso del dovere poco sviluppato. Credo sia libertà. Quando una persona ti dice quello che devi fare ti senti sempre limitato. Sono senza forma, se mi metti in una scatola potrei esplodere da un momento all’altro.
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Essere donna nel mondo del lavoro, come sono state le tue esperienze? Hai mai incontrato ostacoli legati all’esser donna? Ti sei mai trovata in ambienti sessisti?
Ad essere sincera per ora non ho trovato ostacoli. Ho sempre cercato di instaurare sicurezza e fiducia con il cliente. Quando lavoro non ho sesso, mi sento me. È difficile da spiegare. Sicuramente essere donna a volte agevola le attenzioni ma poi io porto tutto e sempre su un piano diverso di comunicazione. È insegnare agli altri come leggermi, come vedermi. Mi sono trovata in una situazione strana una volta sola e ho trovato il modo di porre fine ad attenzioni poco professionali. Non è sempre così facile poterlo fare e quando molte donne mi raccontano la loro esperienza provo una grande rabbia. Ma posso dirti che no, per mia fortuna non ho trovato ostacoli. Per ora. Se dovesse capitarmi diventerò una iena!
Che rapporto hai con le altre donne? Che amica sei? Come ti approcci alle donne in ambiente lavorativo? Hai incontrato colleghe che sono diventate AMICHE?
Bella domanda. Su 10 amici almeno 8 sono uomini. È inutile, mi sento più a mio agio. Ho subito bullismo da piccola da parte di ragazze. Ci sto lavorando ma è difficile adesso vivere bene questo tipo di rapporto. Ho le amiche di sempre e loro sono una certezza. Anche a distanza, anche se non ci vediamo molto. Sono amica di tutti ma a livello intimo è difficile riuscire ad avere la mia fiducia. Capisco la mia debolezza e accorgendomi di questo posso lavorarci. Sarà bello un giorno non avere questa paura di fondo. I rapporti che nasceranno saranno ancora già belli e profondi. La sincerità è una prova se non si supera non può esserci amicizia. Soprattuto le cose vanno dette subito. Il tempo logora e ingigantisce le questioni. Mi sono sempre sentita una minaccia e non un’alleata. Mi dispiace moltissimo di questo perché cambia le carte in tavola. In ambito lavorativo bene perché non vedo alcuna differenza di sesso quando lavoro. Sono brava in questo! Ho incontrato colleghe e provo molta ammirazione per loro ma per me l’amicizia è chi ti vede nel peggiore dei modi ma decide di restare. Non è ancora successo, ma chissà.
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Se potessi esprimere un desiderio per tutte le donne del mondo, quale sarebbe?
Di conquistare la libertà di sentirsi donna, di sentirsi uomo, di sentirsi parte di qualcosa di grande che va al di là del genere, della nazionalità e della cultura. Le differenze sono stupende, sono ciò che ci rende unici. È trasmissione di cultura e di esperienze diverse. Auguro di sentirsi diverse e speciali. La diversità non è un difetto è libertà. Dobbiamo iniziare ad aprire gli occhi.
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