LeDonneLoSanno.it nasce da una serie di dolori condivisi, da delusioni amorose e batoste niente male eppure crediamo ancora nell’amore e nella condivisione di storie felici, quale tema migliore se non il matrimonio?
Da quanto tempo sei sposata? Quanto tempo siete stati insieme prima di sposarvi? Sapevi da subito che sarebbe stato lui l’uomo giusto?
Siamo sposati dal 2 giugno del 2001 quindi al 2 giugno 2019 festeggeremo la maggiore età del nostro matrimonio.
Se mi guardo indietro mi sembra impossibile che sia passato così tanto tempo, mi sembra ieri che usciti dalla chiesa gli amici di mio marito hanno cercato di rendermi vedova nel giorno più bello con giochi pericolosi e acrobazie che Davide ha dovuto sostenere per recuperare i regali di matrimonio.
Invece su quanto siamo stati insieme prima di sposarci, ehm poco poco! Riassumendo in pochi passaggi la nostra storia:
- 20 maggio 2000: sono andata al mare con lui e i suoi amici
- 7 luglio 2000 abbiamo fatto il primo weekend insieme a Numana
- agosto 2000 a prima settimana di vacanza insieme.
- dicembre 2000 abbiamo annunciato ai miei genitori che ci saremmo sposati nel luglio 2001 tra domande preoccupate e facce sgomente. Lui era serafico. Io decisa
- giugno 2001 ci siamo sposati
Quindi dalla prima volta che siamo usciti insieme da soli al matrimonio sono passati circa 11 mesi.
Che lui sarebbe stato quello giusto l’ho capito durante la settimana di vacanza in agosto: l’ho portato in montagna, in tenda. Gli ho fatto prendere gli scarponi, la chitarra e gli sci. L’ho obbligato a fare trekking con la chitarra in spalla, a sciare il 15 agosto e un sacco di altre cosucce che se non fosse stato quello giusto se ne sarebbe andato via dopo due giorni.
Ricordi forse un pò vintage, ci racconti la proposta se c’è stata? E il matrimonio, festeggiamenti in grande o pochi intimi? Tornando indietro rifaresti tutto allo stesso modo?
Proposta? What? Ho deciso io e lui ha dovuto adesguarsi. Ha tentato di tergiversare un po’, ma alla fine è capitolato. Sono stata aiutata dalla sorte. Lui ha sempre sostenuto che non si sarebbe sposato che al massimo avrebbe pensato alla convivenza.
Poi è successo che a settembre è stato ricoverato in ospedale per un problema piuttosto pesante e si è spaventato. Ha pensato di morire tanto che durante una delle mie visite in ospedale mi ha proprio detto “ok, hai ragione, dobbiamo sposarci!”. La paura lo ha fatto decidere.
Quindi niente proposta e l’anello è arrivato solo a marzo 2001 per il mio compleanno come formalità. Mia mamma pensava che sarei stata l’unica sulla terra a sposarsi senza anello di fidanzamento
Festeggiamenti: sinceramente non è che volessi cosa intima o cerimonia in pompa magna: ci siamo messi a contare le persone che avremmo voluto partecipassero: io ne avevo una cinquantina tra amici e parenti, il resto erano tutti suoi. Alla fine eravamo 250.
Ci siamo sposati nella mia parrocchia, parrocchia di campagna, abbiamo fatto il ricevimento nel mio giardino con un pranzo che somigliava più ad una grigliata tra amici che ad un ricevimento.
Finita la cena aspettavo un altro centinaia di persone (amici suoi) per il post-festa, ma un tifone estivo ci ha un po’ tagliato le ali e quindi è finita in modo grottesco, un po’ come un film, con gli ombrelloni che volavano insieme ai bicchieri e la gente che fuggiva. Abbiamo avuto 15 minuti di panico, ma alla fine abbiamo riso anche di quello.
Eh sì, credo che rifarei tutto nello stesso modo, forse escluderei il tifone!
Al di là di tutte le frivolezze legate al giorno della celebrazione, il matrimonio è un contratto e come tale richiede impegno da ambo le parti. Qual è il tuo segreto per sopravvivere ad una relazione pluridecennale? (oltre all’amore, quello purtroppo da solo non basta)
Sì, il matrimonio è un contratto, ma noi non lo abbiamo mai considerato tale. L’impegno che ognuno di noi mette in questa “piccola azienda” è notevole, ma alla fine se c’è l’amore (che come dici tu non sempre basta) l’impegno non pesa così tanto.
Per quello che riguarda noi, il nostro successo fino ad ora è dovuto all’immenso rispetto che ciascuno di noi ha verso l’altro. Lui nei miei confronti ne ha molto più di me, devo ammetterlo.
C’è la volontà di accettarsi per quello che si è, se ci siamo sposati è perché abbiamo capito che ognuno di noi due va bene così com’è, con pregi e difetti. Banale da dire, ma forse non tanto da fare.
Ad esempio Davide si veste sempre nello stesso modo: jeans, maglietta, camicia sportiva sopra aperta o chiusa a seconda della stagione e scarpe da ginnastica.
Non sai quante volte avrei desiderato che almeno in qualche occasione si fosse vestito elegante. Ma se lui si vestisse elegante non sarebbe lui.
La sua concezione del pettinarsi è molto personale e non sai quante volte avrei voluto che fosse in ordine. Ma non sarebbe stato lui.
E non sai quante volte avrei voluto che non aprisse la bocca per dire stupidaggini, ma l’ho sposato anche per il modo che ha dire stupidaggini, mi faceva ridere.
Quindi rispetto per le idee dell’altro, per la personalità dell’altro, per le abitudini. C’è da considerare che per trent’anni abbiamo avuto vite e abitudini diverse, è impensabile che il matrimonio possa cambiare tutto quello che c’è stato in precedenza.
Non si cambia, nemmeno per amore.
Io non so esattamente cosa sono per lui, ma sono cosa è lui per me: lui è quello che mi sostiene in tutti i miei progetti, lui è quello che mi tira per i piedi per riportarmi sulla terra quando volo troppo alto con la fantasia, lui è la mia parte razionale e negativa che mi mette difronte a tutti i CONTRO delle mie idee, lui è quello che mi aspetta quando torno da un giro fuori per ascoltare le novità, lui è quello che spettegola con me, lui è quello che cerca di farmi vedere le cose da una prospettiva esterna a me.
Lui è quello che ha imparato a fare i lavori in casa e le lavatrici per lasciarmi spazio. Lui è quello si è sempre comportato con nostra figlia, come se anche lui fosse la mamma.
Lui è quello che piange guardando i film di Natale.
Lui è quello che mi dice: “facciamo quello che vuoi, basta che tu sia felice”.
Cosa ne pensi del matrimonio “dei giorni nostri”? Pensi che la facilità con cui è possibile dissolverlo abbia in qualche modo leso la solennità di questo evento?
Io penso che ci si quando ci si sposa, si immagini che sarà per sempre. Poi nel mezzo viene a mancare qualche cosa. Siamo diventati molto individualisti ed egoisti, talmente tanto che il pensiero di far felice l’altro non è più la priorità. Questo secondo me fa la differenza: voler mantenere i propri spazi, tempi e modi come fossimo da soli senza cercare di fare passi di avvicinamento all’altro. Se l’avvicinamento non è reciproco, secondo me non c’ speranza che duri.
Se potessi esprimere un desiderio per tutte le donne del mondo quale sarebbe?
Adesso sto per dire una cosa che posso dire solo perché ho certezza che mio marito non la leggerà mai (che poi si monta la testa): io auguro a tutte di trovare una persona come mio marito, uno che si metta al loro livello e che cerchi di fare suoi anche i loro dolori fisici, uno che pianga guardando i film, uno che anche senza possibilità economiche per fare gesti eclatanti, passi tutta la sua giornata a pensare come renderle felici.
Uno che si prenda i suoi spazi, ma che le incoraggi e supporti sempre
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