Quando mi ha chiesto cosa avrei fatto a capodanno ho sentito come una bolla avvolgermi prepotentemente, una sorta di calma autoimposta che ha iniziato a scivolare dalla punta più alta dei miei capelli fino alla più lontana punta dei piedi.
Un calore invisibile lambiva ogni millimetro della mia pelle mentre la mia testa si attorcigliava veloce: avrei potuto mentire e apparire esattamente come tutti gli altri, felice ed euforica, o semplicemente accettare la cruda realtà ed essere me stessa.
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<nulla> ho sussurrato facendo spallucce
<nulla?> ha ripetuto lui incredulo mentre io scuotevo nuovamente le spalle <…e i tuoi amici?>
In quell’istante un coltello incandescente si è conficcato nel mio petto lacerandolo in brandelli <quali amici?> ho chiesto con nonchalance
<non so… i tuoi amici> ha tagliato corto lui.
Come spieghi a qualcuno che chiama amic* decine di persone che per te gli amici sono quattro in croce, che vivono ai quattro angoli del globo e che il resto del mondo ti scorre accanto come un fiume in piena, ti schiaffeggia possente per poi sparire veloce.
<i miei amici non sono qui> ho tagliato corto facendo nuovamente spallucce; potevo sentire chiaramente la sua pena, il suo provare tenerezza per me – ai suoi occhi sola e triste.
Come glielo spieghi all’universo intero che di capodanno non te ne frega un cazzo così come di Natale, santo Stefano, Pasqua e via dicendo.
Come fai a spiegargli che festa è stare bene con se stessi e con il mondo che ci circonda, non un giorno scelto a caso per abbracciare tutti sotto un enorme cappello di inutile consumismo.
Come spieghi alla società che ti ha ampiamente rotto il cazzo con questo continuo farti sentire inadeguato, un perpetuo sentirsi mai abbastanza per compiacere standard stabiliti da altri.
Come fai a dire che a capodanno non fai un cazzo – e ti sta pure bene – a gente che lo organizza dalla scorsa Pasqua?
E per finire come fai a spiegare al volgo che il progredire dei millesimi sulla data non corrisponde a nient’altro che una convenzione creata dall’uomo e che la nostra vita può cambiare ogni giorno – non serve capodanno per farlo!
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Quindi carissimi all’ascolto – o meglio alla lettura – volevamo solo rimarcare il concetto: se alla domanda “che fai a capodanno” rispondi “nulla” non sei il solo, va benissimo così! Sei libero di non fare nulla in una delle 365 sere di cui ogni anno è composto e nessuno ha il diritto di giudicarti per questo.
Per cui io alla domanda che fai a capodanno ad oggi rispondo che prego un dio – che non credo esista – affinché sta ca*zo di pandemia si tolga dalle balle e io possa riabbracciare tutte le persone che amo, sia esso capodanno, natale, pasqua o ferragosto.
Buon 2022 donne – e uomini – meraviglios*! Ci vediamo “l’anno prossimo”.
Dani & Eli