Claudia ci racconta il suo percorso dopo aver scoperto la malattia.
Di come il cancro al seno ha cambiato il suo modo di pensare e vedere la vita e di come la prevenzione l’abbia salvata.
Chi è Claudia? Che donna sei? Raccontati.
Claudia è una donna che fino a due anni fa pensava di fare esattamente la vita che voleva fare. Poi un giorno ha scoperto di avere un cancro al seno e tutto ha preso un nuovo valore e una nuova dimensione.
Oggi Claudia ha capito che si vive una volta sola e che tutto può finire in un attimo. Quindi ha deciso di dare una possibilità ai suoi sogni.
Cerco di vedere il mondo, realizzare i miei sogni e circondarmi solo di persone positive. Ho deciso di inseguire il sogno di aprire un blog, che gestisco con mio marito. Sul blog parliamo principalmente di viaggi, ma abbiamo deciso di dedicare una rubrica, “La viaggiatrice guerriera” alla mia storia, con consigli per chi si trova a combattere la mia stessa battaglia, ma anche per le persone che ci stanno vicino durante la malattia. Ora vorremmo prenderci 6 mesi e vedere il mondo ma al momento ci stiamo ancora lavorando.
Lascio che la felicità sia la bussola della mia vita e mi dirigo in quella direzione, anche se non sempre è facile.
Qualche anno fa ti è stato diagnosticato un tumore al seno, ti va di raccontarci il tuo percorso?
Era Aprile 2015, facevo il mio solito controllo annuale, il ginecologo mi aveva fatto un’ecografia anche al seno e mi aveva detto che andava tutto bene. Il giorno dopo però avevo la visita con uno specialista che ha visto qualcosa che non andava in quello che il ginecologo aveva identificato come innocua cisti d’acqua. Ago aspirato e il giorno del mio compleanno l’esito, avevo un cancro al seno.
Fate i controlli in centri specializzati, ognuno deve occuparsi della sua materia.
Dopo la diagnosi ho preso la decisione di essere seguita allo IEO, dove era già stata operata mia mamma.
Il mio tumore era un triplo negativo con una proliferazione molto alta, se non avessi seguito il mio istinto e mi fossi fidata di quel ginecologo, ora non sarei qui a raccontarvi la mia storia.
Ho subito un intervento di quadrantectomia togliendo il tumore e la zona circostante, dopodiché ho dovuto affrontare 6 mesi di chemioterapia. 4 ogni 21 giorni e poi 12 settimanali. Durante la chemioterapia ho fatto un test e una consultazione genetica per sapere se ero positiva alla mutazione BRCA1 e BRCA2.
Ovviamente vista la mia famigliarità sono risultata positiva al test genetico per mutazione BRCA.
Il percorso di chemioterapia non è stato facile, ma con forza di volontà si supera tutto.
Cos’è questo test genetico?
Al momento sono state identificate le mutazioni genetiche BRCA 1 e 2. Il test viene passato dalla mutua alle ragazze che hanno casi di famigliarità.
Questa mutazione aumenta la possibilità di ammalarsi soprattutto di tumore al seno e alle ovaie. Chi scopre di avere la mutazione – anche se sano – può decidere di sottoporsi a chirurgia preventiva con il servizio sanitario nazionale.
Non è una scelta facile, ma se tornassi indietro – ora che so cos’è poi successo – lo farei. Purtroppo sono ancora pochi i medici che parlano di questi test, c’è ancora poca informazione.
Ricordatevi che non sapere non vi mette al riparo dalla malattia, il sapere si!
E tu cosa hai fatto?
Io dopo aver finito la chemioterapia ho deciso, per abbassare il rischio di riammalarmi, di fare una mastectomia bilaterale preventiva e successivamente di togliere le ovaie.
Sono stati due interventi abbastanza pesanti, ma per diminuire le possibilità di riammalarmi, questo ed altro.
Dall’esterno l’idea di una diagnosi di cancro al seno suona come una condanna a morte certa, cosa hai provato quando hai parlato con il tuo medico?
Ecco…non dire mai una frase del genere ad una persona ammalata o che ha appena scoperto di avere il cancro!
Comunque è vero, appena si ha la diagnosi si viene attanagliati da una paura di morire che toglie il respiro e non permette di ragionare. Dopo un momento in cui si resta paralizzati, si inizia ad affrontare la salita e le sfide lungo il cammino.
I medici sono molto pratici, analizzano quello che si sa al momento, e preparano un piano d’azione, noi invece vorremmo sapere cosa ci riserverà il futuro, ma purtroppo non lo sapremo mai.
Comunque – senza parlare di percentuali – sono numerose le donne che dopo la diagnosi e la terapia riprendono la loro vita normale. Bisogna provare a non viverla come una “sentenza di morte”, come l’avete chiamata voi, ma come una dura e faticosa sfida da affrontare. La speranza e la positività sono due armi potentissime.
In che modo il cancro ha cambiato il tuo modo di pensare e vedere la vita?
Il mio modo di pensare e di vedere la vita è cambiato tantissimo.
Sono cambiate le mie priorità.
La vita cambia, si perde la spensieratezza, si è realmente consapevoli che tutto in un secondo può finire. Le visite e i controlli sono regolari nel tempo anche finite le terapie e questo – purtroppo – ti impedisce di dimenticare.
Il lato positivo è che inizi a vivere più consapevolmente, smetti di rimandare a domani le cose che vuoi veramente e quando sei felice, inizi a farci caso!
Quando si parla di malattia viene immediato pensare ad una cura, in realtà non c’è cura più efficace della prevenzione. Qual è il tuo consiglio per le altre donne?
Vero, le terapie ci sono e per fortuna oggi in molti casi funzionano anche bene, ma sono molto pesanti.
Non vi nego che sono stati i 6 mesi più duri della mia vita. Non è impossibile però – non temete – si arriva alla fine. Ci vuole positività e buona volontà. L’umore fa tanto, quindi anche durante la terapia va tenuto alto.
Ognuna deve trovare il suo modo di reagire.
Io curavo il mio aspetto, per non vedere mai allo specchio riflessa la versione di me malata e andavo a camminare in montagna, 14 km prima di ogni terapia.
Ma giustamente, come dicevate nella domanda, la prevenzione è l’arma più efficace.
Il mio consiglio è controllatevi sempre, imparate l’autopalpazione e andate a fare l’ecografia, magari anche qualche anno prima rispetto a quello che consigliano, piuttosto anche pagando.
Se avete diversi casi in famiglia, andate da un genetista e valutate se fare il test BRCA, in modo da avere il tempo di decidere cosa fare.
Non rimandate, in ballo c’è la vostra vita, non ci dovete scherzare!
Spesso sento dire “No io non vado a fare quella visita, altrimenti poi mi trovano qualcosa”, ma ragazze, l’arma è proprio questa, la diagnosi precoce è una delle migliori armi che abbiamo per sconfiggere il cancro.
Quindi prevenzione sempre!
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