Conoscete Blera?
Neanche io la conoscevo fino allo scorso weekend quando in occasione di #AITBlera – un progetto di promozione del territorio nel corso dell’estate blerana – lo staff di AnticoPresente ci ha portati allo scoperta di questo borgo della Tuscia viterbese che affonda le proprie radici in epoca etrusca.
Costruita su un pianoro di tufo, Blera ha la classica conformazione delle città etrusche: una lingua di terra sospesa, in posizione strategica, tra due fiumi.
Gran parte della storia commerciale del paese è legata alla via Clodia, l’antica strada romana che collegava il Lazio alla Toscana; Blera sorge, infatti, lungo questa via.
Oggi Blera è abitata da circa tremila persone, un popolo affezionato alla propria terra e fiero delle proprie origini; un popolo che, contrariamente a quanto si può pensare, non è costituito solamente da ultra ottantenni ma anche da tanti giovani che pur abitando all’estero per motivi di studio e lavoro non perdono occasione per tornare a casa.
Cosa rende Blera così speciale?
Non ho dubbi a riguardo: l’autenticità.
Due giorni a Blera sono un toccasana per il corpo e lo spirito, il modo perfetto per staccare dal caos metropolitano, dalla frenesia dell’individualismo cittadino; a Blera si riscopre la bellezza del vivere comune, della condivisione, del fare quattro chiacchiere con le persone che si incontrano in strada.
A Blera la vita ha una dimensione differente; scorre su binari antichi dall’aspetto arrugginito ma ben oliati e funzionanti, tutto è in perfetta armonia.
A Blera si ha quasi l’impressione di finire in un film, in un’opera teatrale di altri tempi, passeggi per il corso principale e in pochi minuti sei dentro la casa più antica del paese con la signora Venturina che ti mostra il luogo in cui quasi due secoli prima nacque sua nonna ed è un fiume di ricordi, parole, affetto.
Prima di salutarci si è scusata per “averci fatto perdere tempo” e chiedendoci di capire che le persone anziane hanno bisogno d’affetto, di attenzioni.
Sarà che io i nonni non li ho più ma mi ha stretto il cuore.
Poi fai qualche passo e c’è Ze’ Tirde in finestra, mi fermo a farle una foto e ci invita subito dentro.
Ha 87 anni, non li dimostra ovviamente, cammina dritta come un bastone e da sola cura una casa gigante e un giardino dai mille fiori.
Entrando ci mostra i mobili che arredano la casa da oltre sei decenni e ripete che le cose di oggi non hanno niente a che vedere con quelle dei suoi tempi.
Come darle torto?!
Fino a qualche tempo fa era la locandiera di Blera, regina indiscutibile della pasta fatta in casa; ci tiene a precisare che non “esiste un numero capace di dire quante uova abbia impastato”.
Ciò che rende Blera davvero speciale non è la presenza di grandi monumenti o opere mozzafiato, è la capacità di apprezzare i ritmi lenti, le persone genuine, la bellezza delle piccole cose e con AnticoPresente tutto ciò è possibile.
Cosa fare-vedere a Blera?
- Una visita al museo del cavallo: conoscete i butteri?! Si esatto, i pastori a cavallo della Maremma che da oltre un secolo abitano il centro Italia.
Alla loro storia e all’evoluzione del cavallo è dedicato questo piccolo ma interessante museo; sapevate, ad esempio, che originariamente il cavallo aveva le dimensioni di un gatto – per poter agilmente muoversi nella boscaglia – e al posto dello zoccolo aveva quattro dita?!
E che ne dite della bardella maremmana ?!
Fino a pochi giorni fa neanche io sapevo cosa fosse tranquilli! Comunque la bardella è la sella del buttero, anche se a guardarla dà più l’impressione di essere una poltrona da cavallo piuttosto che una vera sella! Ma d’altronde non cerchereste anche voi di stare comodi se doveste passare gran parte della giornata a cavallo?!
- Una passeggiata nella forra: come cosa è la forra, se vi dico canyon mi capite?! Ecco forra – o gola – è la traduzione italiana della più nota parola inglese.La forra è una delle principali peculiarità di Blera: una vegetazione fitta e rigogliosa che si arrampica dal letto del fiume fin sotto il paese con centinaia di piante diverse per forma e dimensione.
Il farfaraccio – o Petasites Miller – è solo una delle piante giganti che incontrerete lungo il cammino, pensate che le sue foglie arrivano a misurare oltre 150cm!
Un’altra chicca della flora di Blera?! L’unica felce a foglia intera arrivata fino a noi dalla preistoria.
Conoscete il fanfaraccio? Sono foglie giganti un tempo usate come buste o ombrelli #AITBlera @anticopresente pic.twitter.com/rO1GYcL5yZ
— Danila (@WBGtrotter) 7 agosto 2016
- Intrufolarsi nelle celle dell’alveare di Blera: no ragazzi non sono impazzita, lo giuro!
Blera sorge su un pianoro di tufo i cui costoni in passato vennero scavati per ricavare grotte di diverse dimensioni adibite ad abitazioni, cantine o stalle.
Oggi le grotte di Blera hanno perso questa funzione e sono per la maggior parte ricoperte di vegetazione che lentamente le sta ingoiando e proteggendo.
Sarebbe bello se ci fossero i fondi necessari a ripulire queste grotte e riprendere ad utilizzarle ma come potete immaginare la spesa sarebbe importante e i soldi scarseggiano.
- Guardare un tramonto dalle terrazze delle canapine: dolcemente adagiate tra forra e grotte sotto Blera sorgono decine di terrazzamenti su cui fino alla metà del secolo scorso veniva coltivata la canapa da cui si ricavavano fibre tessili estremamente resistenti.
Oggi sulle terrazze troviamo gli orti degli abitanti di Blera, il mio consiglio è quello di scendere nelle canapine all’ora del tramonto… non ve ne pentirete!
Una foto pubblicata da Danila wannabeaglobetrotter.it (@wannabeaglobetrotter) in data:
- Visitare San Giovenale e la necropoli vicina: San Giovenale è uno degli abitati etruschi più antichi e meglio conservati che sono giunti fino a noi; grazie ad un importante progetto di scavi archeologici, promossi dalla Svezia nel corso del secolo scorso, oggi quest’area è visitabile ed è protetta da una tettoia che la ripara dalle intemperie.Pensate che fu il Re di Svezia a condurre gli scavi essendo un noto archeologo del tempo e, stando ai libri paga rinvenuti, versò una pensione ai blerani assunti in differenti mansioni di supporto (il nonno di Sabrina, la nostra guida, era incaricato di portare l’acqua ad esempio).
La parte più interessante è, a mio avviso, quella delle tombe dei più facoltosi: delle fedeli riproduzioni dell’abitato domestico dove i defunti venivano sigillati per rallentare la decomposizione.
PS: se siete in zona siete ancora in tempo per scoprire quest’area oggi pomeriggio alle 17, trovate qui tutte le informazioni per questa e le prossime visite gratuite organizzate da AnticoPresente in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Blera.
PS2: “Il 6 e 7 settembre seguite Claudia Boccini in giro per Blera con il secondo episodio di #AITBlera”
Ringrazio ancora una volta Sabrina e Maria Giulia di Antico Presente, il Comune di Blera, l’hotel da Beccone e i ragazzi dell’Associazione Amici del Cavallo per averci accolti e guidati alla scoperta della loro terra.
bellissimo post. consiglio una visita in Alto Molise!!!
Ciao! Guarda un articolo più genuino di questo io non ho mai letto! Dovevo dirlo! Poi quella signora di 87 anni mi ha fatto morire (di invidia!). Grazie da Bolsena
Ciao Veronica grazie mille!!!