Io prima di partire per l’Australia avevo un’idea molto vaga di questo ruolo, sapevo che si trattava di prendersi cura dei bambini, un po’ come fa una classica babysitter, ma in realtà è molto di più!
Cosa è un au pair?
Vi spiego meglio.
Differenze au pair – babysitter?
La differenza è semplice, l’Au Pair vive solitamente in casa con la famiglia, aiuta con le faccende domestiche e si occupa appunto dei bambini in cambio di vitto, alloggio e una paghetta settimanale.
L’ au pair in Australia viene pagata?
Eccoci al punto cruciale dell’essere Au Pair!
Sì, in Australia si è pagati.
Non si tratta di uno stipendio fisso e tassato ma di una paghetta in quanto il programma di scambio “alla pari” è basato appunto sul fornire una stanza privata e tutti i pasti alla ragazza o al ragazzo che verrà preso in casa, più un piccolo riconoscimento monetario.
La paghetta sarà accordata con la famiglia in base all’impiego richiesto e solitamente il range medio varia tra i 150 e i 300 dollari australiani a settimana. La cifra può variare di zona in zona, o in base al numero dei bambini e alla loro età.
Spesso poi, si può ottenere un bonus di 500 AU$ come premio finale al termine del periodo lavorativo, ma questo è molto personale e dipende sia dalla famiglia che dalla modalità in cui si è venuti in contatto con la ragazza o ragazzo alla pari.
Perché hai deciso di fare l’au pair?
Sognavo l’Australia da anni, e da anni mi capitava di iscrivermi al sito di Au Pair World e sbirciare un po’ le famiglie sparse per il mondo, immaginando, un giorno, di ritrovarmi là.
Ho sempre amato i bambini, lavorare con loro, vederli crescere, progredire, imparare.
I bambini hanno il potere magico di ricordarti cosa significa Vivere e per me stare con loro non è mai stato lavoro.
Hai fatto l’au pair in altri paesi?
Ho però lavorato per anni come babysitter in Italia o comunque a contatto con i bambini.
Raccontaci brevemente la tua esperienza au pair in Australia.
La mia esperienza come Au Pair inizia il giorno del mio 25° compleanno.
Allo scoccare della mezzanotte, mentre i miei amici mi facevano gli auguri per il primo quarto di secolo, mi sono resa conto che tante cose non stavano andando nella direzione giusta per me, c’erano tanti sogni a cui avevo rinunciato per troppo tempo, Australia inclusa, e troppe situazioni ordinarie che non rispecchiavano la mia personalità.
Quella notte non riuscivo a dormire, avevo come un ronzio nella testa che non se ne andava, e aveva il suono del viaggio.
Aprii il computer, ricreai il mio profilo personale sul sito di Au Pair World per la millesima volta e alle due notte chiusi gli occhi, con il cuore più leggero di chi sta facendo finalmente il primo passo verso una nuova vita.
Mittente: un certo Andrea, un ragazzo italiano che abitava a Perth, sposato con una donna australiana, Natalie, e con due bambini di 2 anni e mezzo, e 12 mesi.
In un battibaleno io avevo scelto.
Iniziamo a scambiarci qualche mail per poi organizzare il primo Skype.
Io sarei stata la loro prima ragazza alla pari, loro, per me, la prima famiglia ospitante.
Entrambi decidemmo quindi di sentire altri profili, giusto per farci un’idea e avere dei parametri di confronto, ma dopo pochi giorni tornammo sui nostri passi.
Ci eravamo scelti a vicenda.
Dal primo istante nasce subito un bellissimo rapporto tra tutti noi.
Passare le mie mattine con i bambini, le sere d’inverno davanti al camino a chiacchierare con Natalie e Andrea mentre ci godiamo un bicchiere di vino, i weekend a fare gite fuori porta tutti assieme.
Mi hanno fatto sentire a casa, da subito.
Sono tornata e mi hanno accolta a braccia aperte chiedendomi “Tata sei qui per restare per sempre?” e mi hanno sciolto il cuore.
Ho passato altri 5 mesi con loro, Matilda ha iniziato la scuola ora, e il piccolo Louis ha appena fatto 3 anni!
Ci sentiamo spesso, ci vediamo regolarmente e per loro non sono più soltanto “Tata”, sono parte integrante della loro crescita.
Essere una ragazza alla pari, che vive in casa, è voler creare rapporti che durino nel tempo, è voler avere una famiglia e un punto di riferimento anche dall’altra parte del mondo. E questo vale sia per te che ti occupi di loro, che per i bambini.
Perché i miei piccoli, quando non saranno più tanto piccini, saranno sempre i benvenuti per me, in qualsiasi parte del pianeta.
Pro e contro dell’essere una ragazza alla pari
Indubbiamente i vantaggi più consistenti sono stati la comodità di partire dall’Italia e avere già una sicurezza sull’alloggio e su uno stipendio settimanale, avendo un contratto di lavoro con la famiglia per i primi 6 mesi della mia permanenza in Australia.
Ci sarà sempre una piccola peste che al mattino, anche se è sabato e tu vorresti riposare, vorrà saltarti sul letto!
Che consigli daresti a chi sta pensando di fare l’au pair?
Ogni situazione vi farà avvicinare a una nuova cultura e alla fine farà parte di un bagaglio che non tutti possono dire di avere.
Scrivete anche dei diritti che avete come i giorni liberi ed, eventualmente, le ferie concordate.
C’è chi sarà più tollerante e chi invece non uscirà minimamente da ciò che è stato deciso in precedenza.
Se dovete passare poche ore con i bambini e avete intenzione di cercare un lavoro extra siate chiari da subito.
E quando passate il tempo con i bambini, cercate di tornare un pochino bambini anche voi, perché questo renderà tutto più indimenticabile e trasformerà le vostre ore di lavoro in puro divertimento!