Buon giorno a tutti,
ormai avrete chiaramente capito quanto mi piaccia rispondere ai quesiti posti da altri blogger attraverso un post.
Dopo i miei #NonPartoSenza e #VadoAVivereA, oggi rispondo ad una domanda cruciale in questo periodo della mia vita: #AndareORestare e per farlo porto avanti il progetto ideato dai due simpaticissimi GIROMONDO.
La domanda è piuttosto semplice, la risposta tutt’altro.
Ho 22 anni, una maturità classica alle spalle e una laurea triennale in corso di conclusione, eppure l’idea di continuare a studiare qui e ora mi fa accapponare la pelle.
Da ormai quattro anni lavoro per mantenere me stessa, i miei studi e OVVIAMENTE i miei viaggi; eppure per quanto normale questo possa apparire, normale non è.
Un paese che crede nel proprio futuro non dovrebbe costringere i giovani a districarsi tra studio e lavoro per poter pagare le rette universitarie; un paese che crede nei giovani dovrebbe incentivarli a coltivare le proprie passioni, non dovrebbe portarti ad abbandonare i propri sogni perchè lavorare e studiare (BENE) contemporaneamente è troppo impegnativo.
Un paese che crede nel proprio futuro e nel futuro del popolo non permette a chiunque di iscriversi all’università, a patto che possa pagare la retta; un paese che funziona introduce valutazioni basate sulla MERITOCRAZIA con le quali non basta portare a termine il piano di studi per accedere a quel benedetto pezzo di carta, ma che consideri anche i TEMPI e i VOTI che hanno portato al conseguimento di esso!
Parliamoci chiaro: quanti di voi hanno compagni di corso, amici o parenti, iscritti ad un corso di studi solo perchè quel titolo risulterebbe fondamentale per occupare la poltrona (in un ufficio pubblico!!) tenuta in caldo da papà-zio-nonno e via dicendo.
Troppo spesso alla base della vincita di concorsi o appalti non si trovano le competenze professionali ma le CONOSCENZE PERSONALI!
Non sto certo dicendo che è impossibile emergere sulla base delle proprie capacità, ma sicuramente in Italia è più difficile che in altri paesi.
L’Italia è il paese in cui, ancora oggi, la criminalità organizzata la fa da padrone, non solo nelle regioni del sud Italia come vogliono farci credere!
Un paese in cui di continuo si scoprono collusioni tra esponenti politici e cosche mafiose; un paese dove non serve la laurea per essere ministro della salute: per chi ancora non lo sapesse la nostra “ministra” della Salute, Beatrice Lorenzin, non ha uno straccio di laurea, il suo titolo di studi è, ne più ne meno del mio, il diploma di liceo classico.
Ora, anche se questi sono solo piccoli esempi, comprenderete il mio scetticismo circa la possibilità di concludere i miei studi e poi iniziare a lavorare in Italia.
L’idea di iniziare a lavorare, post laurea, con le attuali situazioni contrattuali mi fa ridere.
Purtroppo non c’è netta corrispondenza tra titolo di studi, competenze professionali e posizione ricoperta.
Per cui, senza che mi dilunghi ulteriormente, trovando il vostro odio, do la mia risposta: ANDARE!
Ma andare e poi un giorno tornare.
Perchè l’Italia è un paese meraviglioso e se non fosse per la mentalità degli italiani sarebbe perfetto.
E io un giorno voglio che i miei figli siano italiani in Italia, a patto che dell’attuale situazione socio-politica non sia rimasto nulla.
E voi? Vorreste #AndareViaORestare?
Danila.